RICHARD MATHESON

A cura di: Matteo Berardini

“Lui ricambiò i loro sguardi e di colpo pensò: sono io quello anormale, ormai. La normalità è un concetto legato alla maggioranza, rappresenta una qualità comune di molti uomini, non di uno solo.”

C’è qualcosa che riesce ad accomunare Ai Confini della Realtà, La Notte dei Morti Viventi di Romero, Star Trek, i film horror di Roger Corman e Vincent Price, Duel di Spielberg, X-Files, Will Smith e Hitchcock; quel qualcosa è Richard Matheson, un narratore che grazie alla sua peculiare potenza visionaria e ad una pressoché infinita immaginazione è riuscito a ridefinire il gusto e le caratteristiche del fantastico contemporaneo, influenzando anche altri linguaggi, in primis il cinema ma anche i fumetti e i videogiochi. Definito da Ray Bradbury “uno degli scrittori più importanti del XX secolo” Matheson ha ispirato con la sua prolifica opera tutti i campi del fantastico e non solo, divenendo un canone al pari di altri mostri sacri del calibro di Isaac Asimov o Philip K. Dick.
Richard Burton Matheson nasce il 20 febbraio del ’26 ad Allendale, nel New Jersey, da genitori norvegesi; passa la sua infanzia a Brooklyn e dopo aver finito gli studi entra nell’esercito, dal quale verrà congedato perché ferito in azione. Al suo rientro studia giornalismo e nel ’50 pubblica sul mitico Magazine of Fantasy and Science Fiction il suo primo racconto breve, “Nato d’uomo e di donna”, una storia dagli echi lovercraftiani che contiene già il tema caro all’autore del carattere relativo della mostruosità. A questo segue una vera e propria pioggia di racconti e nel ’54 il romanzo che lo fa uscire dall’anonimato, il sempreverde “Io Sono Leggenda”, su cui torneremo. Nonostante questi primi riconoscimenti le ristrettezze finanziarie lo costringono a riprendere il lavoro in fabbrica, lavoro che alterna alla stesura notturna di tutte quelle storie che saranno presto la sua fortuna. Infatti è grazie a queste che verso la fine degli anni ’50 inizia la sua collaborazione con diversi programmi tv, da “Ai confini della realtà”, la serie cult di Rod Serling, a “Star Trek”. Da qui in poi lo scrittore, che può finalmente dar libero sfogo alla sua creatività, è un fiume in piena: racconti brevi e lunghi, romanzi, adattamenti, sceneggiature. Matheson infatti è totalmente, profondamente un Narratore, un creatore di storie; aiutato da una prosa asciutta, quasi scarna nel suo fraseggio secco e privo di divagazioni, Matheson ha scritto di tutto, spaziando ovunque tra giallo, horror, fantastico, thriller, noir e western. Anzi, la verità è che lui attinge dagli elementi e dalle atmosfere della letteratura di genere (definizione di cui prima o poi dovremo riuscire a liberarci) senza troppo distinguo; spazia tra i topos prendendo ciò che gli serve, scavalcando limiti e rompendo convenzioni. Da qui la difficoltà e la futilità nell’inquadrare tutti i suoi lavori in generi precisi. Matheson impasta tutti questi elementi e poi vi immette il suo ingrediente principale, quasi il suo liet motiv: l’inquietante, l’angoscioso, il fatale. L’angoscia e l’ignoto sono il suo vero obiettivo, e per ottenerlo segue due precise strategie. La prima sta nel curare con attenzione gli stati emotivi dei personaggi, evitando sempre di ridurli a burattini funzionali all’intreccio ma anzi donandogli linfa vitale, instillando emozioni forti che è impossibile non condividere fino in fondo, anche quando il fondo diviene un abisso di cui non si scorge la fine. La seconda strategia consiste nell’inserire gli elementi orrorifici e stranianti in un contesto rigorosamente realistico, in una quotidianità familiare che esalterà l’effetto sorpresa rendendoci sgradevolmente accettabile ogni cosa: più sarà “normale” il contesto e più incastrati nella sua morsa quando questo rivelerà il suo substrato mostruoso.
Esempio perfettamente riuscito di queste strategie è il già citato “Io Sono Leggenda”, la crudele vic

“Vuoi ascoltare un assaggio di Matheson? Segui Wilson, il pesce rosso fratello di Boris!”

 

RICHARD MATHESON
Condividi !