LA DEPRESSIONE

A cura di: Francesca Samà

La depressione è un disturbo dell’umore caratterizzato da sentimenti di malinconia, colpa, indegnità e disperazione. A differenza di ciò che può comunemente intendersi con il termine “depressione”, come ad esempio uno stato di malinconia e di dolore che segue un grave lutto, la depressione intesa in senso clinico può comparire in modo apparentemente immotivato (depressione endogena), e presentarsi con una serie di sintomi tra i quali i disturbi del sonno e dell’appetito, la mancanza di iniziativa, ansia e irrequietezza, la diminuzione del desiderio sessuale, l’impotenza; con il radicarsi della condizione depressiva, può comparire il desiderio di morte, che talvolta porta a tentare il suicidio. La depressione può anche insorgere in alcuni soggetti che, dopo avere vissuto episodi dolorosi, non riescono a rielaborarli e a superarli (depressione reattiva). Si calcola che soffra di depressione il 20% della popolazione; le donne risultano colpite con frequenza doppia rispetto agli uomini. La depressione è spesso, soprattutto nelle sue prime fasi, di difficile diagnosi: in molti casi, i pazienti rifiutano l’idea di poterne essere affetti, e tendono a sottovalutare alcuni sintomi che attribuiscono invece a stanchezza, stress, episodi negativi vissuti. In psichiatria si distinguono due forme principali di disturbi depressivi: la depressione maggiore, caratterizzata da più episodi depressivi ricorrenti, e il disturbo maniaco-depressivo, costituito dall’alternanza di episodi depressivi e maniacali. Studi condotti sulle famiglie di pazienti depressi fanno ipotizzare che il rischio di sviluppare un disturbo depressivo sia trasmesso per via genetica. La maggiore incidenza nelle donne è invece di difficile interpretazione, dovuta forse a fattori ormonali, o a motivi psicologici, legati al ruolo sociale occupato dalle donne (caratterizzato in molte culture dal ritiro e dalla passività, elementi che favorirebbero la sintomatologia depressiva) e dalla frequente sottovalutazione dei sentimenti depressivi negli uomini. Esiste una particolare forma depressiva che può colpire le madri nel periodo successivo al parto e che nella forma più grave viene definita psicosi post partum. La forma lieve colpisce il 70-80% delle donne dopo il parto, si manifesta in genere quasi subito e può durare per qualche settimana, con sintomi lievi e tendenza al pianto. Questo tipo di depressione è causato dalle modificazioni ormonali e dal particolare stato emotivo di questo periodo. La forma grave si sviluppa, invece, circa due settimane dopo il parto, può continuare per diversi mesi o perfino per anni e si calcola che colpisca circa l’1-3% delle donne dell’Europa occidentale. Sebbene questa patologia venga riconosciuta e diagnosticata solo da pochi anni e soprattutto in Occidente, questa forma è stata, in realtà, descritta anche da Ippocrate e si ritiene sia diffusa in tutto il mondo. In genere i sintomi della depressione grave postparto si manifestano dopo il ritorno a casa della madre, con depressione, cefalea, palpitazioni, ansia eccessiva riguardo al neonato, tristezza, difficoltà a far fronte agli impegni quotidiani, disturbi del sonno, senso di colpa per non amare a sufficienza il bambino, fino ad arrivare, nei casi più gravi, a tentazioni suicide, rigetto del bambino e disturbi della libido. Sono molti i fattori che sono stati ritenuti responsabili della depressione postparto e la causa è in genere una combinazione di più componenti. Spesso si considera che le malattie depressive vengano scatenate da un cambiamento importante nella vita, come un trasloco o un divorzio o, appunto, avere un bambino. Siccome

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