GLI ATTACCHI DI PANICO

A cura di: Francesca Samà

La parola panico deriva dal nome dell’antico Dio greco Pan. Infatti il dio si adirava con chi lo disturbava, ed emetteva urla terrificanti provocando nel disturbatore la paura. Il panico è essenzialmente una delle forme dell’angoscia. L’attacco di panico è un episodio affettivo che ha le seguenti caratteristiche:

  • è un evento improvviso, di breve durata, con un acme ben definito e una cessazione entro un’ora.
  • la persona può avere la sensazione di distruzione e di morte;
  • si verifica anche un senso di soffocamento, vertigine, tremore e tachicardia.

La persona può pensare di avere una qualche grave malattia cardiovascolare oppure può avere il pensiero di stare per impazzire. L’attacco di panico è una esperienza di dolore, è un terrore senza nome descritto come irragionevole e immotivato che si focalizza sul corpo e lascia spaesati, disorientati, senza la possibilità di comprendere di cosa si ha paura e da dove proviene quella sensazione di forte sgomento. Improvvisamente tutto ciò che prima era vissuto come familiare diviene alterato, estraneo, è possibile perdere la sensibilità di alcune parti del corpo, avvertire stanchezza e pesantezza. Ci si sente diversi, si è convinti di stare per morire, le “strane” sensazioni vengono interpretate come segnali di follia. La funzione cognitiva può essere momentaneamente compromessa. Il soggetto vive la sensazione di non riuscire a controllarsi ma, nello stesso tempo, tenta disperatamente di riuscirci, è una lotta estenuante tra una parte di sé che dovrebbe essere “tanto forte da” e l’altra che si arrende a tanto sconvolgimento. Nell’ attacco di panico è tutto finto, è come un film dell’orrore; sappiamo di guardare dei filmati, delle immagini, ma abbiamo paura ugualmente, la paura di impazzire, la paura di perdere il controllo, restano tali: nessuno è mai impazzito, nessuno ha mai perso il controllo ma rimane la paura di aver paura. Infatti di panico non si muore ma ci si sente morire, non si diventa pazzi, ma, ricercando la sicurezza, si assumono comportamenti che possono apparire folli. Le emozioni sono temute, si ha la necessità di soffocarle, negarle e di distanziare i desideri, i conflitti. Per alcuni vivere l’aggressività sembra impossibile. Le persone con attacchi di panico hanno la predisposizione a vivere all’interno di un conformismo sociale, assai difficoltosa è la ricerca e lo sviluppo della propria creatività. Frequente è la preoccupazione per la disapprovazione degli altri. Coloro che soffrono di panico possono presentare tratti di controllo ossessivo ed evitamento fobico. Queste persone mostrano una “precaria fiducia di base”.
Esistono diverse forme dell’attacco di panico.
In una forma più lieve, è quella in cui non vi è ciclicità; si tratta di attacchi che si producono in seguito a eventi ben definiti che implicano un cambiamento affettivo profondo, come ad es., una trasformazione nella vita affettiva. 
Esiste poi il panico determinato da certe situazioni o attività. Appartengono a questo ambito, le fobie, cioè le forme angosciose che sono connesse a certe attività come il camminare in strada (agorafobia) o lo stare dentro luoghi angusti. 
L’attacco di panico inoltre produce nella persona l’aspettativa ansiosa del verificarsi di un nuovo attacco, una irritabilità diffusa e una preoccupazione generalizzata per la propria salute. Nelle persone in cui l’attacco si presente in modo molto intenso e frequentemente, si produce uno stato di tensione generale e di grande ipercontrollo del proprio stato corporeo, con la tendenza a valutare catas

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